Giugno 15, 2015
Intervista, Dan Solo – Classe A

Buongiorno Dan, inizio l’intervista facendoti i complimenti per il disco, è davvero interessante, elegante e raffinato; più l’ascolto e più mi
appassiono. Come è nato Classe A?

Come mai questo Titolo?
Classe A evoca molte cose, la “A” è per me anarchia, amore,
attitudine… Classe A è un modo per definire il livello qualitativo di uno
strumento elettrico o elettronico, ad esempio, un amplificatore, una lavatrice…
è la top class, l’apice (ecco un’altra “A” pertinente). Classe A è anche
commercio, mercato, valore nel senso commerciale, mi piaceva l’idea di un
titolo con tanti significati, anche opposti e in contraddizione tra di loro.

Certamente, l’eleganza ha parametri che sono variabili e che
cambiano di cultura in cultura. Nel rock in Italia, o forse in genere in
occidente, il canone estetico è “brutto sporco e cattivo”, altrimenti sei
considerato pop; personalmente, mi lavo e curo il mio modo di vestire, ma non
mi sento e non sono pop. Ho curato molto la stesura delle undici canzoni che
compongono questo lavoro, inseguendo un impossibile ideale di perfezione. La
perfezione non l’ho raggiunta, e ci mancherebbe, ma ho forse invece trovato la
mia eleganza, che è in fin dei conti un equilibrio tra le forme e i contenuti.
Cosa mi dici del Tour?
Insieme alla mia agenzia
stiamo cercando di organizzare un vero e proprio tour, la formazione che mi
accompagna dal vivo non sarà la stessa che ha suonato in Classe A; tranne
Roberto Sanna (chitarra) che collabora con me sin dall’inizio del progetto, gli
altri musicisti sono entrati in seconda battuta, e sono Luca Costanzo alla
batteria e Raffaele Carano alla chitarra.
Da “addetto ai lavori” come ti sembra la musica
(in particolare quella rock/ cantautorale) italiana oggi?
Difficile rispondere, a differenza di altri momenti storici,
vedi gli anni novanta, non mi sembra ci sia, in generale, un grande fermento
creativo. Forse è colpa delle sovrastrutture mentali che abbiamo in testa, sia
quelle imposte e conformi al sistema sia quelle che, in totale autonomia, ci
creiamo da noi; sono diventate così ingombranti da soffocare il processo
creativo, e renderlo un meccanico “copia e incolla” delle emozioni. Il
risultato è la perdita della forza e dell’intensità, sia nelle parole che nella
musica.
Una parola che non vuol dire niente, se non che guadagni
bene…
Guardando indietro faresti lo stesso percorso
artistico che hai intrapreso o cambieresti qualcosa?
Non toccherei nemmeno una virgola, e non vedo come potrei
farlo, dal momento che la vita, la consapevolezza e il percorso artistico sono
la stessa cosa, sfaccettature di un meraviglioso mistero.
Ultima domanda: Mi consigli un disco che ascolti
ultimamente?
C’è questo bassista con i capelli lunghi che ha appena
pubblicato il suo esordio come autore e interprete delle sue canzoni, si chiama
Dan e il disco Classe A. Merita proprio, ascoltatelo!
Ringrazio Dan Solo per la sua disponibilità e vi invito a comprare il suo disco. Merita davvero!