Ottobre 20, 2014
Sixto Rodriguez aka Sugar man, quando il talento (non) vende
Introduzione
Sixto Rodriguez, conosciuto come Sugar Man, é un cantautore nato a Detroit, in questo non c'è nulla di spettacolare ma la sua storia ha dell'incredibile. Premi PLAY![]() |
Capitolo 1
Il sogno
Circa 3 mesi fa ho visto su Sky Arte un documentario su uno sconosciuto, un tale che, come tanti, aveva inciso un po' di musica cantautorale negli anni 70'. Come si sa il mercato discografico è spietato e questo agazzo, Sixto Rodriguez, è entrato e uscito in punta di piedi senza fare scalpore. Una storia come tante che mi ricorda Judee Sill e tanti altri talenti che apprezzo e che non hanno avuto successo. Torniamo a Sixto, nato e cresciuto in condizioni economiche precarie ha cercato di realizzare un sogno ma il suo talento e la sua voglia di raccontare storie non sono stati abbastanza per il business musicale, così dopo aver pubblicato Cold Fact nel 1970 e Coming from reality nel 1971,
é stato fatto fuori dalla sua etichetta, momento in cui si è messo a lavorare come operaio in quel di Detroit.
Il sogno
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é stato fatto fuori dalla sua etichetta, momento in cui si è messo a lavorare come operaio in quel di Detroit.
Capitolo 2
La realtà?
La vita operaia a Detroit scorre lenta, come quella di chi ogni giorno si alza alle 4 e col sole o la pioggia si dedica sempre allo steso lavoro. Non c'è nulla di male, i sogni spesso son destinati a rimanere tali e la vita può essere bellissima se si hanno altre cose a cui dedicarsi. Ci sono la famiglia, i figli, le bollette da pagare e per i più fortunati uno sputo di giardino da innaffiare in primavera. L'esempio calza a pennello per Sugar man che nonostante i suoi due dischi era destinato a fare l'operaio in fabbrica; niente di nuovo, punto.
Capitolo 3
Dall'altra parte del mondo
Gli Stati Uniti sono un posto strano, me lo immagino un luogo senza mezze misure in cui se ce la fai diventi un Dio, se non ci riesci muori senza avere neanche un fiore sulla tomba, ok forse guardo troppe serie Tv, comunque per qualche strano motivo qualcuno dagli Stati Uniti ha portato i suoi dischi in Sud Africa e Rodriguez è diventato la voce di un popolo che non aveva nulla a che fare con lui, simbolo della lotta contro l'apartheid.
Capitolo 4
Morte in diretta
Immaginiamo un eroe nazionale di cui non si sa nulla se non racconti e leggende; quella più accreditata affermava che Rodriguez era un artista turbolento, poco raccomandabile, una sorta di Caravaggio, macchiato da delitti efferati, risse e quant'altro. Rodriguez, racconta la leggenda, s'era dato fuoco sul palco durante un concerto, lasciando come unici eredi due dischi famosi in Sud Africa e in un secondo momento anche in Australia e Nuova Zelanda. Migliaia di fan, rattristati dalla sua fine tragica, che in altre leggende l'aveva visto morire d'overdose, lo ascoltano ancora oggi come fosse il messia o Bob Dylan.
Capitolo 5
"Wanted dead or alive"
Stanchi di tutte 'ste storie senza capo nè coda, due sue fan sudafricani si misero alla ricerca di notizie su Sixto, costruendo un sito internet per raccogliere informazioni.
Era una giornata d'invero, buia e tempestosa, il vento freddo sbatteva sulla finestra e una giovane ragazza di Detroit, mangiava una mela perdendo un po' di tempo al computer a un certo punto con il morso a metà e quella mela tra le mani le si sgranarono gli occhi: "mio padre, in Sud Africa cercano mio padre!"
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Epilogo
I suoi dischi sono stati ripubblicati nel 2009 dalla Light in the Attic records e Sixto Rodriguez, nato a Detroit 72 lune fa, è tornato oggi alla musica, ha lasciato la fabbrica suscitando l'incredulità dei suoi colleghi che non sapevano nulla del suo passato e oggi gira il mondo con la sua chitarra in spalla. Un' altra storia, questa volta a lieto fine su quando il talento (non) vende.
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