Ottobre 5, 2015
Kula Shaker, Pilgrims Progress
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Negli anni '90 c'è stato un revival di suoni pop quello che in tanti chiamano BritPop, reso celebre Oasis, Supegrass, Blur e i Kula Shaker. Questi ultimi hanno tratto ispirazione dalla parte più psichedelica degli anni '60 utilizzando il Sitar e le armonie vocali tipiche della musica indiana. Questa miscela alchemica, un vero viaggio, è stata però attualizzata con un sound corposo tipico della musica anni '90 di qualità.
Pilgrims Progress è un disco del 2010; leggendo recensioni qua e là è stato definito un 6.5, ottimo lavoro di maniera ma poco originale. Io non sono d'accordo altrimenti adesso starei ascoltando i 13 floor Evevators o i Moody Blues. Gli arrangiamenti, nonostante i chiari riferimenti revivalisti sono un vero gioiellino, un'attualizzazione fresca e abbastanza contemporanea. Che poi il 2010 non è così vicino. Parliamo di 5 anni fa ma io tendo a ritenere recenti anche i dischi del 2003. Il discorso si amplia e si distorce ma la cosa chiara è che la band produce materiale originale e sempre interessante. Sento spesso giudizi che danno poco valore al talento e poi cos'è l'originalità? Se penso a quante canzoni diverse tra loro son state fatte con il giro di Sol quasi stento a crederci. Potremmo fare centinaia, migliaia di ore di pezzi meravigliosi tutti creati ed eseguiti con questi accordi. L'originalità sta nel talento, nella capacità di trasformare le intuizioni e le suggestioni in qualcosa di nuovo e quindi originale. A breve uscirà Eclipse, ultimo disco dei Kula Shaker. Arriveranno anche in Italia per due date.
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